Di Antonio Iannibelli
Incastonata tra centri abitati, infrastrutture viarie e aree agricole, l’Area di Riequilibrio Ecologico (ARE) del Torrente Idice nel comune di San Lazzaro di Savena (BO), rappresenta un prezioso corridoio ecologico e un rifugio per numerose specie animali e vegetali. Ciò testimonia l’importanza della conservazione di questi habitat, anche in contesti fortemente antropizzati. I sopralluoghi effettuati hanno permesso di documentare una notevole biodiversità, con particolare attenzione agli Uccelli, nonché ad alcune, singole specie animali di altri gruppi che rivestono particolare interesse.
Contesto geografico e caratteristiche ambientali
L’ARE del Torrente Idice si estende lungo il corso del torrente, caratterizzandosi per la presenza di sponde naturali e artificiali, piccole zone umide, vegetazione ripariale e aree boschive di dimensioni ridotte. La sua posizione, tra aree urbanizzate e coltivate, evidenzia il suo ruolo fondamentale come corridoio, fonte di cibo e riparo per la fauna selvatica e come polmone verde per le comunità locali.
L’area presenta zone di acqua bassa e a velocità ridotta, fitta vegetazione e numerosi alberi caduti, accumulati dalle alluvioni. Gli alberi secchi ancora in piedi costituiscono importanti nicchie ecologiche per insetti e uccelli. Questo corridoio ecologico offre riparo e cibo a molte specie, incluse quelle cacciabili che qui possono trovare un rifugio sicuro.
Metodi di osservazione e note
Le osservazioni sono state condotte tramite escursioni sul campo con binocolo e macchina fotografica dotata di teleobiettivo. Sebbene il periodo di osservazione sia stato limitato a pochi mesi estivi e non permette un elenco esaustivo, alcune specie si sono dimostrate particolarmente degne di nota.
Tra queste, spiccano diverse coppie di marangone minore (Microcarbo pygmaeus), una specie in espansione in diverse aree del nostro Paese. Questo uccello è specializzato nella caccia in acque anche molto basse, come quelle che caratterizzano il torrente Idice in questa stagione, dimostrandosi ricco delle specie di cui si nutre, come carpe e rane.
Altra specie interessante è la falena dalla sottoveste rossa (Catocala nupta). La sua presenza è favorita dai numerosi salici e pioppi. È affascinante osservare la sua perfetta mimetizzazione sulle cortecce dei grandi alberi e notare come le sue ali posteriori, se scoperte da quelle superiori, appaiano come un “messaggio luminoso” nel fitto della boscaglia golenale; è una specie in pericolo in molte aree europee per la distruzione o alterazione delle foreste riparie.
Tra gli uccelli acquatici, abbiamo osservato frequentemente le gallinelle d’acqua (Gallinula chloropus), le folaghe (Fulica atra), le garzette (Egretta garzetta), le nitticore (Nycticorax nycticorax), i tuffetti (Tachybaptus ruficollis) e i germani reali (Anas platyrhynchos), che vivono e si riproducono nel fitto della vegetazione. Nelle pozze d’acqua quasi ferma, il riflesso del verde della vegetazione e le increspature provocate dai movimenti degli uccelli creano sagome che sembrano veri e propri acquerelli naturali.
Sui rami dei grandi alberi, cince (Parus major, Cyanistes caeruleus), codibugnoli (Aegithalos caudatus) e il picchio muratore (Sitta europaea) si fanno notare in piccoli stormi mentre setacciano il bosco alla ricerca di cibo. Sui tronchi secchi, i picchi possono nutrirsi e riprodursi. I pascoli e i coltivi circostanti il torrente sembrano, per il momento, limitare gli effetti negativi delle attività umane più invasive.
Elenco delle Specie Osservate
Di seguito è riportato un elenco delle specie faunistiche e floristiche osservate durante i sopralluoghi, con indicazione dei nomi comuni e scientifici.
Fauna:
• Uccelli (Aves): L’avifauna rappresenta una componente particolarmente ricca e diversificata dell’area, beneficiando della presenza di ambienti acquatici, ripariali e boschivi.
o Garzetta – Egretta garzetta
o Folaga – Fulica atra
o Airone cenerino – Ardea cinerea
o Marangone minore – Microcarbo pygmaeus
o Gallinella d’acqua – Gallinula chloropus
o Germano reale – Anas platyrhynchos
o Colombaccio – Columba palumbus
o Ballerina bianca – Motacilla alba
o Capinera – Sylvia atricapilla
o Merlo – Turdus merula
o Ghiandaia – Garrulus glandarius
o Storno – Sturnus vulgaris
o Scricciolo – Troglodytes troglodytes
o Rigogolo – Oriolus oriolus
o Picchio muratore – Sitta europaea
o Pettirosso – Erithacus rubecula
o Cuculo – Cuculus canorus
o Verzellino – Serinus serinus
o Usignolo – Luscinia megarhynchos
o Cornacchia grigia – Corvus cornix
o Cardellino – Carduelis carduelis
o Gheppio – Falco tinnunculus
o Nitticora – Nycticorax nycticorax
o Picchio verde – Picus viridis
o Picchio rosso maggiore – Dendrocopos major
o Picchio rosso minore – Dryobates minor
o Tortora comune – Streptopelia turtur
o Fagiano comune – Phasianus colchicus (specie introdotta)
o Martin pescatore – Alcedo atthis
o Gruccione – Merops apiaster
o Upupa – Upupa epops
o Codibugnolo – Aegithalos caudatus
o Cinciallegra – Parus major
o Cinciarella – Cyanistes caeruleus
o Colomba domestica/Torraiola – Columba livia domestica
o Tuffetto – Tachybaptus ruficollis
• Rettili (Reptilia):
o Tartaruga dalle orecchie rosse (Trachemys scripta elegans – specie alloctona invasi-va, la cui presenza è comune in ambienti alterati).
o Lucertola campestre – Podarcis siculus
• Anfibi (Amphibia):
o Rana verde (Pelophylax spp. – complesso di specie)
• Mammiferi (Mammalia):
o Lepre comune – Lepus europaeus
o Scoiattolo comune – Sciurus vulgaris
o Istrice – Hystrix cristata (evidenziata dalla presenza di aculei)
o Cinghiale – Sus scrofa (evidenziata dalla presenza di tracce)
• Pesci (Pisces):
o Carpa comune – Cyprinus carpio
• Invertebrati (Invertebrata):
o Farfalle (Lepidoptera):
Cavolaia maggiore – Pieris brassicae
Falena dalla sottoveste rossa – Catocala nupta
o Libellule (Odonata): La presenza di diverse specie di libellule è un ottimo indicatore della qualità dell’acqua e dell’habitat ripariale. Lungo il torrente sono state osservate e fotografate:
Calopteryx splendens (Libellula dalle ali azzurre/blu o verdi)
Crocothemis erythraea (Libellula scarlatta, rossa)
Orthetrum coerulescens (Libellula dal colore grigio azzurro)
Altre specie non identificate.
Flora:
La vegetazione ripariale svolge un ruolo cruciale nella stabilizzazione delle sponde e nella creazione di habitat importanti per la presenza e diffusione della fauna selvatica; infatti, dove mancano gli alberi, l’erosione delle sponde è molto evidente con le inevitabili conseguenze negative per l’ambiente e la sicurezza idrogeologica. Inoltre le fioriture di molte piante selvatiche come le cicorie, l’erba viperina e la salcerella garantiscono cibo a numerosi impollinatori come le api selvatiche e le farfalle. Tra le piante segnaliamo la presenza del capelvenere (Adiantum capillus-veneris) presso il Ponte della Ferrovia e già osservato nel 2013; purtroppo nello stesso luogo non è più presente Asplenium tuta-muraria e Polypodium vulgare scomparsi presumibilmente per il notevole cambiamento delle condizioni climatiche soprattutto in estate. Nota: tra il 2013 e il 2014 è stato svolto uno studio floristico approfondito (cfr. F. Bonafede e M. Vignodelli, 2014) cui rimandiamo per altre considerazioni.
L’Area di Riequilibrio Ecologico del Torrente Idice a San Lazzaro di Savena, nonostante le pressioni antropiche circostanti, si conferma un’oasi di biodiversità di notevole interesse. La ricchezza di specie ornitiche, inclusi predatori acquatici come il martin pescatore, il marangone minore, l’airone cenerino, la garzetta e la nitticora, testimonia la vitalità degli ecosistemi acquatici e ripariali.
La presenza di grandi alberi favorisce uccelli come i picchi e le cince, mentre alberi da frutto e cespugli favoriscono specie come la capinera e i turdidi. La presenza di specie autoctone come l’Istrice e la Lepre, e l’auspicabile (ma da confermare) presenza di Emys orbicularis, sottolinea l’importanza di questi corridoi ecologici. La diversità di insetti, in particolare libellule e farfalle, è un ulteriore indicatore di un ambiente relativamente integro. Quando un grande albero, per motivi di sicurezza, deve essere abbattuto va sempre valutata la possibilità di capitozzarlo che, sul piano ambientale, è sempre una soluzione migliore rispetto all’alternativa di tagliarlo alla base.
Di enorme importanza sono anche le aree aperte circondate da bosco; abbiamo notato che, rispetto al passato, alcune superfici un tempo con vegetazione erbacea, si stanno chiudendo. Sarebbe molto utile creare e, soprattutto, mantenere 3-4 aree aperte da allestire dove esiste vegetazione arborea/arbustiva giovane; ogni area può avere un’estensione da 200 a 3000mq e andrà indicata con un cartello (area1, area2, ..); in seguito va programmata la loro manutenzione con sfalcio annuale da effettuarsi da novembre a gennaio.
Questa area è fondamentale per la connessione ecologica tra collina e pianura. In un contesto dove le attività umane consumano suolo e frammentano gli habitat a un ritmo crescente, l’ARE dell’Idice mantiene un corridoio vitale dalle colline e dal Parco dei Gessi Bolognesi fino al Parco del Delta del Po, attraversando la pianura padana e superando le migliaia di infrastrutture e attività umane come strade, ferrovie, autostrade, allevamenti e agricoltura intensiva.
La minaccia principale è costituita dal taglio generalizzato della vegetazione riparia; altre minacce significative sono l’inquinamento da liquami, pesticidi e fertilizzanti, che devono essere costantemente monitorati. Anche le strade carrozzabili che passano troppo vicino all’alveo del fiume rappresentano un problema: infatti l’assenza di passaggi per la fauna selvatica causa purtroppo numerosi investimenti.
Inoltre, è importante notare come in alcuni tratti, la scarsa copertura arborea lungo le sponde del torrente, dovuta anche a una gestione inadeguata e ai recenti eventi alluvionali, stia causando un surriscaldamento dell’acqua. Questo fenomeno, a sua volta, favorisce una proliferazione eccessiva di alghe, con una conseguente riduzione della biodiversità e un peggioramento della qualità complessiva dell’acqua.
La presenza della tartaruga dalle guance rosse, Trachemys scripta elegans, specie alloctona invasiva, evidenzia la necessità di un monitoraggio costante e, se del caso, di interventi per contenere la sua diffusione e proteggere le specie autoctone. Non è da escludere, infatti, la presenza della testuggine palustre europea, Emys orbicularis, la cui osservazione sarebbe di grande valore conservazionistico.
Proteggere con maggiore impegno quest’area significa garantire a tutti noi un polmone verde e un collegamento ecologico fondamentale anche per le generazioni future. L’integrazione della conservazione della natura con il paesaggio antropizzato, come dimostra l’ARE dell’Idice, sottolinea l’importanza di pratiche di gestione sostenibile e di sensibilizzazione delle comunità locali.
Bologna, 28 luglio 2025
Note:
Le foto sono state scattate nell’area dell’Idice nel mese di luglio 2025.