Attraverso la Val Genova siamo arrivati al rifugio Adamello Collini al Bedole a 1640 m s.l.m., luogo ideale per risalire la ripida valle. Dopo la tranquilla notte passata al rifugio con il sottofondo dell’acqua che scorre impetuosa di buon ora siamo partiti lungo il sentiero CAI 212 e subito siamo rimasti incantati dalle numerose fioriture. Orsi, stambecchi, camosci e marmotte popolano questa terra ma l’esplosione della primavera copre ogni cosa di colori e profumi che catturano la nostra attenzione, le nostre macchine fotografiche sono rimaste puntate sulle fioriture di rododendro, genziane, pinguicole, soldanelle e primule appenniniche.
Learn MoreIn gran parte del Parco nazionale del Pollino non ci sono sentieri segnalati, per questo non è consigliato fare escursioni senza un accompagnatore esperto.
Lunedì 1 giugno – Giardino degli dei
Colazione alle sette e subito si parte ma anche questa mattina qualcuno rallenta i nostri ritmi. Ci rendiamo conto di essere in un mondo meno frenetico delle nostre città, e infondo non ci di disturba più di tanto aspettare che un camion scarichi la sua merce nel bel mezzo dell’unica via che attraversa Viggianello.
Learn MoreCampo Pollino 2015 di Antonio Iannibelli
Ci siamo trovati a Viggianello in 14 nel magnifico scenario della Valle del Mercure ai piedi del Massiccio del Pollino, puntuali come da programma nonostante la maggior parte di noi avesse percorso quasi mille chilometri.
L’appuntamento è stato fissato qui non ha caso. Volevamo scoprire questa terra selvaggia e soprattutto il misterioso carnivoro che qui convive da sempre con gli uomini e con la semplicità dei pochi pastori rimasti. Anche questa terra, come il lupo, possiede segreti e bellezze uniche che ogni italiano dovrebbe conoscere, in fondo anche da qui nasce la storia del nostro bel Paese. Storie di briganti e di emigranti sono ancora oggi vive in ogni paesello.
Il Parco Nazionale del Pollino comprende le montagne più elevate e più selvagge dell’Italia meridionale, si estende per quasi duecentomila ettari in 56 comuni tra Basilicata e Calabria. Solo in questo territorio vivono almeno sei nuclei familiari ma nella parte nord della Calabria e in tutta la Basilicata vive forse il più grande nucleo di Canis lupus italicus. In questa terra di lupi poco conosciuta il gruppo ricerca di Italian Wild Wolf e l’associazione Canis lupus Italia organizzano un campo di ricerca aperto a tutti gli appassionati. In collaborazione con l’Ecosezione delle Murge e delle aree di Interesse Naturalistico – Movimento Azzurro cercheremo sul campo notizie utili e daremo le informazioni sulla situazione dei lupi soprattutto nel versante lucano.
Learn MoreUn cuore tra i lupi diventa e-book. Per gli appassionati della natura selvaggia e del lupo il libro si può richiedere gratuitamente scrivendo all’autore a: fotografo.iannibelli@gmail.com
Learn MoreQuando ormai la giornata fotografica sembrava finita ecco che una pernice si è messa in posa proprio davanti a me a pochi metri. Il mio teleobiettivo era ormai nello zaino e sul corpo macchina avevo montato il macro ma la rossa ha voluto a tutti i costi un ritratto … a mano libera con D800 e 500mm a 800 ISO, diaframma 5,6 e 1/1600 tempo di scatto. Colli bolognesi.
Learn MoreOgni primavera il miracolo si ripete e nel cielo di Matera appaiono le sagome dei piccoli rapaci.
Il Falco Grillaio (Falco naumanni) è un migratore estivo che ritorna ogni anno nel nostro Paese per allevare i piccoli dall’inizio della primavera e per tutta l’estate. E’ sopratutto da questo importante momento che dipende la sua sopravvivenza, qui si riproduce e si nutre con successo da molto tempo. Finché sapremo mantenere uno stretto legame con la terra e finché le antiche tradizioni si tramanderanno questi piccoli falchi riempiranno di vita le campagne e i paesi di tutto il meridione d’Italia.
Learn MoreIl falco naumanni è un rapace del gruppo dei falconidae molto legato all’uomo.
Tra Puglia e Basilicata in terra di Sassi e chiese rupestri, tra cave di tufo e sterminati tavolieri si scrutano in cielo strani rondoni, tra migliaia di pali della luce e chilometri di fili si osservano sagome immobili in attesa che la preda esca allo scoperto. Percorrendo le numerose strade semi-deserte non possono passare inosservati la quantità di uccelli che frequentano questo territorio, soprattutto in agosto, questo ambiente sembra un deserto, povero di verde, di acqua e di gente. Tra le masserie abbandonate e agriturismi lussuosi, fra tante gravine e secolari uliveti in qua e là distese di fumo e di fuoco.
Finché ci saranno contadini e terre da coltivare i rapaci voleranno al crepuscolo.
Questi piccoli rapaci da qualche anno sembrano in continua espansione, dalla storica colonia di Matera hanno occupato molti centri nei paesi di Puglia e Basilicata. E’ possibile incontrarli occasionalmente in quasi tutte le regioni italiane ma si riproducono solo nelle due regioni meridionali in gran parte nella provincia di Matera e in alcuni comuni del tarantino, tra questi ultimi Laterza ospita diverse coppie anche nidificanti.
Si possono trovare tracce in tanti modi ma quando nevica tutto diventa più facile, il terreno innevato rileva ogni passaggio e come su una grande lavagna si possono leggere anche i segnali più minuti. Più di ogni altro chi fa ricerca sui lupi aspetta la neve come la manna dal cielo, solo con il terreno innevato infatti si possono scoprire alcuni segreti di questo misterioso carnivoro e sapere con buona approssimazione i luoghi che frequenta. Ma come per le altre tracce anche quelle sulla neve bisogna saperle riconoscere e vale quanto già scritto nel precedente articolo Come riconoscere le tracce dei lupi.
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