SOS LUPO
Dall’8 al 22 maggio si può donare, 2 euro con SMS da cellulare privato, al 45524 per aiutare il WWF a salvare il lupo, simbolo della nostra natura selvaggia, da fucili e veleno. Il WWF ha lanciato l’SOS LUPO: ogni anno 300 lupi vengono uccisi in Italia da bracconieri, bocconi avvelenati o dall’impatto con le auto. Criminali di natura con doppiette e trappole e troppa disinformazione sono i pericoli per questa specie straordinaria.
Il WWF ha salvato il lupo dall’estinzione insieme a tanti che hanno cambiato la storia del “lupo cattivo”. Ma oggi è di nuovo emergenza.
Aiuta il WWF a difenderlo. Il massacro dei lupi va fermato subito. I crimini di natura sono una piaga nazionale per molte specie animali: una delle vittime più colpite negli ultimi anni è il lupo, simbolo della nostra natura selvaggia e della natura d’Italia.
https://youtu.be/1ryStJVPCy0
Più del 20% degli esemplari italiani di lupo resta vittima dei bracconieri armati di fucili, trappole o esche avvelenate o muore contro le auto che attraversano con troppa velocità luoghi ancora selvaggi.
Nemmeno le aree protette sono un rifugio sicuro per questi animali: nei Monti Sibillini, ad esempio, negli ultimi sei anni sono stati ritrovati 18 lupi morti, nel Parco della Majella lo scorso anno 4 lupi sono rimasti intrappolati dai lacci. La barbarie contro il lupo è particolarmente accanita in alcune zone calde di bracconaggio, come la provincia di Grosseto, in Toscana, dove lacci, veleno e fucili ancora uccidono decine di lupi, a volte persino esposti in modo provocatorio. Le stime italiane parlano di circa 300 lupi uccisi ogni anno su una popolazione complessiva di 1600 animali: ma i lupi uccisi potrebbero essere senz’altro di più dato che i bracconieri tendono a nascondere le carcasse per evitare multe e sanzioni.
Il danno è enorme perché le dimensioni delle singole popolazioni di lupi possono cambiare radicalmente fino alla scomparsa di interi nuclei con grave squilibrio per tutta la fauna nazionale. Se il lupo, grazie anche alle campagne del WWF condotte sin dagli anni ’70, si era salvato dall’estinzione recuperando il suo areale originario, oggi è di nuovo in pericolo e c’è bisogno di uno sforzo straordinario e a 360 gradi per salvarlo e aiutare a sradicare una rinnovata diffidenza di alcune comunità verso questo importante predatore.
Ho il piacere di contribuire con gli ultimi 8 secondi del video.