Non si tratta proprio di una passeggiata per le difficoltà che si possono incontrare ma con la macchina fotografica ci si può immergere in un ambiente molto selvaggio, soprattutto con il macro grandangolare si possono realizzare scatti straordinariamente belli. I Balzi dell’Ora si possono visitare attraverso un sentiero EE per Escursionisti Esperti ben segnalato e veramente panoramico, partendo dal Cavone risale lungo la Valle del Silenzio fino a Punta Sofia, ma se si soffre di vertigini è meglio evitarlo, esiste una via alternativa, deviando a destra dalla sorgente del Dardagna, altrettanto spettacolare.
Un buon camminatore che vuol mettere alla prova i suoi muscoli può fare questo percorso in un paio d’ore ma dovrà trascurare inevitabilmente molti particolari. Per noi fotografi è impossibile non fermarsi a scattare le infinite bellezze d’alta quota. Il primo giugno 2020, dopo una lunga pausa dovuta alla pandemia Covid-19, con Maria ci siamo concessi questa splendida camminata. Siamo partiti dal verde lago del Cavone e siamo arrivati al lago Scaffaiolo, che trovandosi oltre la vegetazione, le sue acque riflettono il cielo e appare completamente azzurro. Le foglie dei faggi, dei sorbi degli uccellatori, l’erba alta che circonda il laghetto e le piante che crescono sott’acqua colorano il lago Cavone di mille sfumature di verde, potremmo chiamarlo lago verde. Partiamo alle otto del mattino proprio da qui incantati da tanta bellezza e dai canti degli uccelli che sembrano arrivare da ogni dove. Saliamo in silenzio respirando l’aria fresca e pura che entrando nel nostro corpo ci aiuta a trovare il ritmo giusto per non affaticarci troppo. Il nostro obiettivo sono le prime fioriture dei Balzi dell’Ora, le primule orecchio d’orso in particolare. Proseguiamo infatti senza sosta perché lungo il sentiero che attraversa la faggeta e poi il pianoro della Valle del Silenzio non ci sono ancora fioriture, ma appena ci affacciamo al passo che collega il Monte la Nuda al Corno possiamo ammirare i primi bouquet di fioriture gialle e bianche. Proseguiamo a destra verso i Balzi e subito ci troviamo circondati dalle belle fioriture delle primule, degli anemoni e delle genziane. Sembra che la prima ad aprire i petali dopo il lungo inverno sia la piccola genziana Verna che viene chiamata per questo anche genziana primaticcia. A questo punto la nostra non è più una semplice escursione ma diventa un’immersione nel mondo naturale che ci cattura con le sue infinite bellezze. Una miriade di piccole terrazze che fanno a gara per mettere in mostra piantine di ogni genere, muschi, licheni, ginepri e mirtilli. I primi gradoni di roccia sono tappezzati di Ginepro nano, è incredibile come questa piccola pianta riesca a sopravvivere in condizioni estreme, cresce strisciando e sulle rocce sembrano dei piccoli alberi tappeti. La nostra esplorazione è terminata dopo oltre cinque ore al lago Scaffaiolo dove l’acqua a differenza di quella del Cavone appare completamente azzurra, dopo quasi mille metri di dislivello il mondo appare completamente diverso. Qui non ci sono alberi, non ci sono muschi e le poche fioriture sono solo quelle delle genziane. Difficile raccontare fotograficamente come si vive su quelle rocce, la miglior cosa naturalmente è andarci, perché oltre la vista ci sono i profumi, la brezza e i suoni che rendono tutto magico. In ogni caso con il mio obbiettivo grandangolare macro cerco di darvi un piccolo assaggio.
Le foto sono state realizzate con mirrorless sony a7r4 con ottica Venus Laowa 15mm f/4 Macro e con il Sony FE 70-300mm F4.5-5.6 G, sempre a mano libera.