Di Antonio Iannibelli
Recentemente, è stata fatta una scoperta straordinaria: due esemplari di faggio, Fagus sylvatica, sono stati trovati al parco Don Bosco di Bologna. Questo parco cittadino si trova a poche decine di metri sul livello del mare nel quartiere San Donato in zona Fiera District, una condizione rara che non favorisce normalmente la crescita di questi alberi. Tuttavia, notiamo che il Comune ha erroneamente catalogato questi alberi come Carpino bianco (Carpinus betulus).
È fondamentale correggere questa catalogazione e riconoscere il valore eccezionale di questi faggi. Potrebbe trattarsi anche di una sottospecie adattatasi a queste condizioni estreme? Indagare sulle loro origini potrebbe portare a conoscenze ancora più interessanti.
La corretta identificazione dei due alberi è stata eseguita da Bruno Berselli, membro del comitato Don Bosco e del comitato Besta. In questi giorni, Berselli sta conducendo una ricognizione delle specie arboree e arbustive nel parco per confrontare i dati con quanto riportato nel database comunale. Durante questa verifica, sembra emergere che ci siano ulteriori errori negli archivi comunali. Questo solleva la questione dell’importanza di un aggiornamento accurato e continuo dei dati sulle specie presenti nel parco.
Un Tesoro Nascosto tra i Giganti del Parco
Tra grandi pioppi, spettacolari olmi, querce, alberi di Giuda, noccioli e frassini, inaspettatamente appaiono due esemplari di faggio. Dalla dimensione del tronco e dalla bella chioma si presume che siano passati inosservati da parecchie decine di anni. È molto probabile che siano nati spontaneamente, adattandosi a condizioni insolite e mostrando una grande vitalità. Sul tronco, del diametro di circa 40 cm, e sui rami che superano i 10 metri di altezza, sono ben visibili numerose faggiole. Nel terreno sottostante si notano le vecchie faggiole e foglie che vanno ad arricchire il substrato favorendo la biodiversità.
Importanza della Biodiversità e dell’Ecosistema del Parco
Il parco Don Bosco non è solo uno spazio verde, ma un vero e proprio ecosistema ricco di biodiversità. Ospita numerose specie di uccelli, insetti, mammiferi e piante, contribuendo alla qualità della vita dei cittadini e alla salute dell’ambiente urbano. Il terrapieno che si vuole eliminare è un rifugio fondamentale per molte specie protette, come i rapaci notturni, i picchi, il falco pellegrino, i pipistrelli e molte altre.
Il Comune promuove il progetto del tram come un modo per rendere la città più green, sostenendo che ridurrà le emissioni inquinanti e migliorerà l’accesso a spazi verdi. Tuttavia, secondo il comitato Don Bosco e il comitato Besta, questa visione sembra contraddittoria. Come può la città diventare più verde abbattendo alberi di grande pregio e consumando suolo? Questa apparente contraddizione mette in discussione la vera sostenibilità delle azioni proposte, poiché la distruzione di ecosistemi esistenti non può essere compensata semplicemente con nuove infrastrutture.
Tutela Costituzionale dell’Ambiente
Ricordiamo che l’articolo 9 della Costituzione italiana, modificato il 28 febbraio 2022, stabilisce il principio fondamentale della tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. Abbattere questi alberi va contro questo principio e contro l’interesse pubblico. Gli alberi offrono servizi ecosistemici insostituibili: filtrano l’aria, riducono l’inquinamento acustico e mitigano le ondate di calore, migliorando la qualità della vita di tutti noi.
Un’Opportunità Educativa per le Future Generazioni
Salvare questi alberi può essere un esempio concreto per gli studenti della scuola Besta e un’opportunità straordinaria per sperimentare la natura in prima persona. I giovani potrebbero osservare la diversità delle piante e degli animali, comprendere l’importanza degli ecosistemi e imparare come la tutela dell’ambiente influisce direttamente sulle nostre vite.
In conclusione, abbattere gli alberi del parco Don Bosco sarebbe una perdita irreparabile per la nostra comunità e un passo indietro nella tutela della biodiversità. Chiediamo quindi al Comune di riconsiderare la proposta e di esplorare alternative che permettano di preservare questo prezioso ecosistema.
Confidiamo nell’impegno degli enti preposti per la salvaguardia del nostro patrimonio naturale e per un futuro sostenibile.
Altre informazioni in questi articoli:
Ciao, Antonio 😊
Oggi ho consultato il database del Comune “Alberi in manutenzione”, ricercando i generi delle latifoglie presenti nel nostro territorio, trascurando però le piante considerate infestanti dal Comune stesso (ailanti, robinie, aceri negundi etc.).
Di seguito riporto una tabella con i valori delle rispettive quantità (arrotondati per difetto, per una più agevole comparazione):
Frassini 9600
Bagolari 8400
Tigli 8100
Aceri 7200
Platani 6300
Pioppi 5100
Querce 4500
Ippocastani 2800
Olmi 2600
Sofore 1600
Gelsi 1200
Ebbene, a Bologna sono stati censiti, in tutto, solo 22 faggi (per lo più in zona Arcoveggio).
Questo fatto richiama una maggior tutela sui due esemplari che vivono nel parco Don Giovanni Bosco. Ma è poi chiaro, per me, che tutte le piante di quel terrapieno dovrebbero essere protette, anche le robinie 💚