Un’estate fresca ha fatto seguito ad una primavera calda e come conseguenza piante e animali scoppiano di salute, complice anche l’arresto per alcuni mesi delle attività umane più invasive. Mai negli ultimi anni i cieli ci sono sembrati così cangianti e l’aria così fresca e viva.
Oggi ci troviamo nella Valle del Reno, in provincia di Bologna, con l’intenzione di visitare le Grotte di Soprasasso. Abbiamo seguito la strada Porrettana fino a Riola di Vergato poi verso Riola Vecchia e Montecavalloro.
Lungo il percorso si incontrano filari di ciliegio, orti, frutteti e borghi medievali ma è la grande chiesa sospesa tra la boscaglia e i calanchi a catturare la nostra attenzione. Abbandonata dall’uomo quando il paese si è spostato più in basso nella valle, è stata ricoperta dalla vegetazione. Per entrare bisogna inventarsi il sentiero tra i rovi e questo rende la visita ancora più emozionante e speciale. Calcinacci e ragnatele, affreschi scrostati non hanno intaccato la sacralità di questo luogo.
Il nostro viaggio è ripreso in salita verso le Grotte di Soprasasso, le grandi arenarie che sovrastano Riola di Vergato. Mentre saliamo il versante a sud sembra di entrare in un bosco di macchia mediterranea, eriche, roverelle e ornielli, fioriture solitarie di giglio rosso coprono ogni angolo ma il vero protagonista in queste coste scoscese è il pungitopo. le cui foglie rigide e acuminate pungono anche attraverso i pantaloni da trekking.
Arrivati al primo riparo roccioso che si affaccia nel versante ovest abbiamo potuto apprezzare l’intenso profumo delle ginestre e dei garofanini selvatici. Ancora una volta però restiamo colpiti dalle fioriture gialle e dai baccelli della vescicaria, Colutea arborescens, sembrano proprio delle vesciche che dondolano rigonfie d’aria dai sottili rami. Un micro habitat incredibile che ospita anche tanti insetti e mammiferi. Dall’alto i falchi pellegrini guidano con i loro richiami gli esemplari più giovani e sembrano insegnare loro come diventare gli uccelli più veloci del mondo. Così veloci che riprendere le loro incredibili acrobazie risulta impossibile e ci accontentiamo di ascoltare le loro grida
All’interno della grande rupe che sostiene il piccolo abitato di Soprasasso, il vento e l’erosione hanno scavato cunicoli che si diramano verso il cielo, contrariamente alle grotte scavate dall’acqua che invece si sviluppano in profondità. Poi finalmente raggiungiamo l’imbocco della grotta più profonda, una decina di metri in tutto, a fatica riusciamo a risalire i pochi metri che distano dal sentiero ma una volta dentro sembra di essere in un altro mondo. Tante ragnatele, escrementi e impronte di piccoli mammiferi ci raccontano che sono in molti a frequentare questi ripari, con la lampadina riusciamo a intercettare anche qualche pipistrello. Ci godiamo il silenzio quasi totale all’interno delle viscere della terra per qualche minuto e poi ritorniamo sui nostri passi.
Riprese video e montaggio di Giuliano Lugli
Altre informazioni e foto sulle grotte di Soprasasso QUI
Bellissimo! La Natura ci chiama… dobbiamo solo seguirla…
Fotografie e video che mi hanno emozionato; da amante della natura, fotoamatore, e Bolognese, anche oggi grazie a Lei ho scoperto una nuova meta, Grazie, con la G maiuscola!
Ringrazio Antonio Iannibelli x avermi indicato questo posto davvero bellissimo nella nostra Italia così maltrattata da tanti disastri…Grazie. Lucia Valente amante dei LUPI!
Un posto bellissimo….che pochi conoscono…..bravo come sempre Antonio
Posto molto evocativo. L’architettura delle grotte mi sembra quasi ricordare i palazzi di Gaudì in Spagna e la Sagrada Familia; infatti la cosa molto interessante è che queste grotte si sviluppano in verticale proprio come le guglie della chiesa seguendo un “motivo” stile liberty che io adoro.