Parco del Belpoggio: il ponte tra città e natura selvaggia

Parco del Belpoggio: il ponte tra città e natura selvaggia

Di Antonio Iannibelli
Il Parco del Belpoggio è un’area pubblica situata nel Comune di San Lazzaro di Savena e fa parte dell’area contigua al Parco dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa. Inserito nel sito di Rete Natura 2000 con il codice IT4050001, il parco è designato come Zona Speciale di Conservazione (ZSC) e Zona di Protezione Speciale (ZPS). Questo status evidenzia l’importanza ecologica e la necessità di tutela di un’area che ospita habitat naturali e specie protette di interesse comunitario, contribuendo alla rete europea di spazi dedicati alla conservazione della biodiversità.

Tra luglio e dicembre 2024 ho avuto l’opportunità di effettuare un monitoraggio della fauna selvatica su incarico del WWF, ente gestore del Parco del Belpoggio. L’attività aveva l’obiettivo di studiare la biodiversità locale e analizzare la presenza delle diverse specie animali che popolano questo ecosistema.

Situato ai margini di Bologna, il Parco del Belpoggio è una preziosa area periurbana che, come un ponte naturale, connette il tessuto urbano ai parchi e alle riserve naturali di maggior rilievo, come il Parco dei Gessi Bolognesi. Questa zona di confine è un passaggio essenziale tra le aree verdi della città, le aree protette della provincia, gli Appennini e la rete Natura 2000 un sistema europeo di riserve pensato per proteggere habitat e specie di interesse comunitario. Belpoggio funziona come un corridoio ecologico: ospita flora e fauna tipiche delle aree periurbane e permette a numerose specie di attraversare senza difficoltà i diversi ambienti, da quelli urbani fino ai contesti rurali e selvatici. Qui, la biodiversità è particolarmente ricca, grazie alla varietà di habitat — boschi, prati, coltivi, arbusteti e corsi d’acqua — che forniscono rifugio a uccelli, piccoli mammiferi, insetti impollinatori e anfibi. Tra i selvatici di questa zona ci sono anche grandi mammiferi come caprioli, cinghiali, lupi e volpi.

Le grandi querce, i pioppi maturi e la macchia mediterranea del Belpoggio ospitano un’ampia varietà di fauna, con specie protette come picchi, rapaci diurni e notturni, e numerose specie di pipistrelli che trovano rifugio nelle vicine grotte del Parco dei Gessi, insieme a rondini e rondoni. Nelle radure, negli anfratti e tra le rocce vive una moltitudine di piccoli animali, che contribuiscono a un ecosistema sano e autosufficiente. Tra gli abitanti notturni ci sono tassi, istrici, faine e puzzola, mentre durante il giorno si possono osservare fagiani, lepri, pernici e ricci.

Questo territorio offre cibo e riparo anche a numerosi uccelli migratori, tra cui colombacci, tordi, beccacce, storni e albanelle. Molte specie scelgono il Belpoggio come luogo per riprodursi, tra cui l’upupa, l’assiolo, il cuculo, il gruccione, la tortora, la rondine e il succiacapre. Nel fitto della boscaglia, si possono ammirare le eleganti scorribande di piccoli uccelletti come lo scricciolo, il codibugnolo, la cincia bigia, la cinciallegra, la cinciarella, il rampichino e il picchio muratore. In questo particolare habitat ho osservato anche una famiglia di astore, un fantastico predatore alato. La presenza dell’astore al Belpoggio è un segno di buona salute ambientale: questo rapace necessita di aree boscose, di alberi maturi per nidificare e di una disponibilità sufficiente di prede per allevare la prole. La famiglia di astore che ho osservato testimonia la stabilità di un ecosistema capace di sostenere specie al vertice della catena alimentare. Grazie alla loro attività predatoria, gli astori contribuiscono a mantenere l’equilibrio tra le popolazioni di altre specie, consentendo alla biodiversità locale di prosperare.

Attraverso segni di presenza evidenti, come escrementi, impronte e raspate, ho potuto osservare in diverse occasioni la frequentazione dell’area da parte dei lupi. Questi segni rappresentano indizi fondamentali del loro passaggio e confermano la presenza stabile di questo predatore, il che è un indicatore importante della salute dell’ecosistema del Belpoggio.
Inoltre, il corvo imperiale, la poiana, la cornacchia grigia, la ghiandaia e le gazze sono presenze costanti, che completano questo ricco e variegato ecosistema.
In particolare il legame tra corvi e lupi rappresenta una simbiosi naturale affascinante che mantiene l’equilibrio dell’ecosistema anche al Belpoggio. I lupi, come carnivori, svolgono un ruolo cruciale nel regolare le popolazioni di erbivori, predando individui malati o deboli. Questo contribuisce a mantenere le prede in salute e a prevenire uno sfruttamento eccessivo delle risorse vegetali. Inoltre, molti animali selvatici, oltre a morire per cause naturali come malattie e vecchiaia, perdono la vita a causa delle attività umane, come caccia, investimenti stradali e bracconaggio. Le loro carcasse diventano così una preziosa fonte di nutrimento per altre specie.

I corvi sono tra i primi a individuare queste carcasse e si avvantaggiano della capacità dei lupi di aprire e scomporre le prede, rendendo il cibo accessibile per loro e per altri piccoli carnivori. Questi uccelli intelligenti non solo ripuliscono l’ambiente, ma svolgono un ruolo attivo nel mantenerlo vitale, trasformando i resti in nutrienti che arricchiscono il terreno. Grazie alla loro rapidità nel rintracciare le carcasse, facilitano questo ciclo di nutrienti e segnalano ai lupi l’eventuale presenza di cibo o di pericoli.
Questa collaborazione tra lupi e corvi va oltre la semplice sopravvivenza; garantisce un ciclo costante di nutrienti, preservando un ecosistema sano. È anche grazie al loro contributo che il Belpoggio fiorisce e sostiene una vasta gamma di specie, assicurando alla biodiversità un ambiente stabile e in grado di rigenerarsi nel tempo.

L’importanza della tutela
La conservazione del Belpoggio è importante per molti motivi: prima di tutto, è un rifugio prezioso per specie rare e minacciate che vivono solo in zona come la Pianura Padana e le colline bolognesi ed inoltre, il Belpoggio aiuta a evitare che gli ambienti naturali si frammentino, cioè che vengano separati a causa della crescita delle città e delle infrastrutture. Questa zona, poco influenzata dall’uomo, permette agli animali e alle piante di vivere e riprodursi senza ostacoli.
Il Parco del Belpoggio è anche un grande beneficio per i cittadini, mantenendo un legame vivo con la natura e offrendo terreni coltivati in modo tradizionale, ricchi di frutti colorati e cibo sano. Qui il contatto con la terra è tangibile, il suolo è pieno di vita e ospita una biodiversità probabilmente unica nell’intera area metropolitana.
Dal punto di vista sociale, il Belpoggio fornisce uno spazio di accesso alla natura per gli abitanti di Bologna, offrendo opportunità di svago, educazione ambientale e sensibilizzazione su temi ecologici. Infine, la sua posizione a ridosso della città contribuisce alla mitigazione del cambiamento climatico, migliorando la qualità dell’aria e riducendo l’effetto del calore urbano.

Il Belpoggio non è solo un rifugio per la flora e la fauna, ma anche per le persone. Nei momenti difficili, come durante la pandemia di Covid-19, questo luogo è stato una via di fuga preziosa, uno spazio dove respirare aria pulita e ritrovare un po’ di pace. In un periodo in cui tanti si sentivano isolati e lontani dalla natura, Il Belpoggio ha offerto un riparo, un angolo di verde dove il contatto con la terra e il canto degli uccelli hanno fatto da balsamo per l’anima.
Qui, sotto le fronde degli alberi e tra i prati fioriti, si può ritrovare quel legame antico con la natura, quasi come se la Grande Madre accogliesse ogni visitatore nelle sue braccia. È un luogo dove il cuore trova serenità e dove lo spirito può rigenerarsi, lontano dai rumori e dalle frenesie della città.

Come migliorare la tutela della biodiversità e la sicurezza al Parco del Belpoggio:

  1. Impatto dei gatti domestici sulla fauna locale.
    Per preservare e potenziare l’equilibrio ecologico del Belpoggio è essenziale minimizzare l’impatto antropico con iniziative mirate. In primo luogo, è fondamentale gestire i rifiuti, anche quelli di piccole dimensioni come i filtri di sigarette, limitare il calpestio al di fuori dei sentieri e monitorare la presenza di animali domestici, soprattutto i gatti. Questi ultimi, infatti, rappresentano una minaccia significativa per la fauna minore, predando rettili, uccelli e piccoli mammiferi. L’attività notturna dei gatti, osservata grazie alle fototrappole, ne fa i predatori più frequenti del parco, e l’influenza negativa delle loro abitudini di caccia colpisce in particolare le specie più rare o quelle che stanno cercando di ampliare la propria presenza. Eliminare o ridurre questo impatto potrebbe risultare essenziale per la biodiversità dell’area.
  1. Ridurre il rischio stradale per la fauna selvatica.
    Un ulteriore intervento per la tutela del Belpoggio riguarda la sicurezza delle strade che lo attraversano, che rappresentano attualmente una barriera soprattutto per la fauna minore. Gli animali sono spesso costretti ad attraversare queste strade asfaltate, con un elevato rischio di incidenti, soprattutto per le specie di piccola taglia. Per ridurre questa minaccia, sarebbe utile progettare corridoi ecologici come piccoli sottopassaggi per rettili e anfibi, e passerelle aeree per scoiattoli e ghiri. Queste strutture favorirebbero la mobilità sicura della fauna locale, rafforzando le connessioni ecologiche dell’area e sostenendo la biodiversità.
  1. Eliminare i rischi della caccia.
    Studi scientifici dimostrano che abbattere i cinghiali non riduce la loro popolazione, ma al contrario può favorirne l’aumento. La caccia, infatti, si concentra spesso sugli esemplari più anziani, meno fertili, favorendo un ricambio generazionale che abbassa l’età media della popolazione. I cinghiali più giovani, essendo più fertili, portano a un incremento delle nascite e, di conseguenza, a un aumento complessivo della popolazione. Al contrario, il lupo, predando principalmente i giovani esemplari, contribuisce a far invecchiare la popolazione e a ridurre il numero di nuove nascite.
    Le aree protette, in particolare i parchi periurbani, devono essere rifugi sicuri per la fauna selvatica. Consentire la caccia in queste zone spinge gli animali, privati di un luogo sicuro, a cercare riparo nelle città, dove rischiano di perdersi e non sopravvivere. La mancanza di corridoi naturali sicuri interrompe le loro abitudini e mette a rischio la loro esistenza. Questo problema non riguarda solo i cinghiali, ma anche cervi, caprioli, daini e predatori carnivori come il lupo.
    È urgente fermare la caccia di selezione, in particolare quella notturna con visori. Questa pratica si è dimostrata inefficace nel controllo della popolazione dei cinghiali e dannosa per molte altre specie. Inoltre, la caccia rappresenta un grave pericolo per la sicurezza dei residenti e dei numerosi cittadini che frequentano il parco pubblico.
    Abolire questa pratica non solo aumenterà la sicurezza per la comunità, ma contribuirà anche alla tutela dell’ecosistema locale. Rendere i parchi periurbani spazi sicuri per la fauna selvatica consentirà di preservare la biodiversità e di migliorare le condizioni naturali di queste aree.

Conclusione
Per tutti questi motivi, la tutela del Parco del Belpoggio non è solo un obbligo verso l’ambiente, ma rappresenta una preziosa opportunità per preservare e valorizzare il legame essenziale tra natura urbana e selvaggia, promuovendo un futuro più sostenibile e rispettoso della biodiversità.

Elenco degli animali osservati al Belpoggio:
Mammiferi
Capriolo (Capreolus capreolus), cinghiale (Sus scrofa), lupo (Canis lupus italicus), volpe (Vulpes vulpes), tasso comune (Meles meles), istrice (Hystrix cristata), Faina (faina Martes foina), puzzola europea (Mustela putorius), scoiattolo comune (Sciurus vulgaris), lepre europea (Lepus europaeus), riccio comune (Erinaceus europaeus).
Uccelli stanziali
Astore (Accipiter gentilis), poiana (Buteo buteo), gheppio (Falco tinnunculus), ghiandaia (Garrulus glandarius), cornacchia grigia (Corvus cornix), merlo Turdus merula), gazza (Pica pica), corvo imperiale (Corvus corax), falco pellegrino (Falco peregrinus), fagiano comune (Phasianus colchicus), scricciolo comune (Troglodytes troglodytes), codibugnolo (Aegithalos caudatus), cincia bigia (Poecile palustris), cinciallegra (Parus major), cinciarella (Cyanistes caeruleus), rampichino (Certhia brachydactyla), picchio muratore (Sitta europaea), fiorrancino (Regulus ignicapilla), picchio verde (Picus viridis), picchio rosso maggiore (Dendrocopos major).
Uccelli migratori
Allodola (Alauda arvensis), colombaccio (Columba palumbus), tordo bottaccio (Turdus philomelos), tordo sassello (Turdus iliacus), beccaccia (Scolopax rusitocla), storno (Sturnus vulgaris), albanella (Circus cyaneus), luì piccolo (Phylloscopus collybita), rondine (Hirundo rustica), rondone (Apus apus), succiacapre (Caprimulgus europaeus), tortora comune (Streptopelia turtur), quaglia comune (Coturnix coturnix), fringuello (Fringilla coelebs), pispola (Anthus pratensis), usignolo (Luscinia megarhynchos), zigolo nero (Emberiza cirlus), sterpazzola (Sylvia communis), codirosso (Phoenicurus phoenicurus), verdone comune (Chloris chloris), passera scopaiola (Prunella modularis), porciglione (Rallus aquaticus).
Rettili
Lucertola muraiola (Podarcis siculus), biacco (Hierophis viridiflavus).

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