Oasi WWF di Montovolo: un santuario naturale tra castagneti e macchia mediterranea

Oasi WWF di Montovolo: un santuario naturale tra castagneti e macchia mediterranea

Il 30 gennaio 2025, nel mezzo dei “giorni della merla”, ho visitato l’Oasi WWF di Montovolo, un’area naturale di straordinaria bellezza e valore ecologico. In compagnia dei rappresentanti del WWF nazionale e di alcuni volontari locali, ho esplorato questo territorio immerso nel cuore dell’Appennino bolognese, all’interno del Sito d’Importanza Comunitaria (SIC-IT4050013), con un’estensione di quasi 80 ettari.

L’Oasi, di proprietà del WWF Italia, è caratterizzata da un grande castagneto con alberi secolari che si estende in modo quasi del tutto naturale. Questo bosco, abbandonato alla natura da diversi decenni, offre uno spettacolo di biodiversità unico. Solo una piccola parte è ancora utilizzata per la raccolta delle castagne, mentre il resto si è trasformato in un rifugio per flora e fauna, preservando la sua autenticità.

Situato sul versante nord di Montovolo, proprio sotto le imponenti rocce della montagna, il paesaggio si arricchisce di una sorprendente varietà di ecosistemi. La parte terminale ospita una macchia mediterranea con una predominanza di lecci, creando un contrasto affascinante con il bosco di castagni. Tuttavia, l’aspetto che più mi ha colpito è stata la presenza di fustaie ultra secolari, che si ergono imponenti tra le giovani piante. Tra i tronchi caduti e quelli ancora in piedi, si respira un’atmosfera quasi mistica, un ciclo vitale che si compie senza interferenze umane.

Nel sottobosco, nonostante ci trovassimo in pieno inverno, su uno strato alto di foglie e rami marcescenti si poteva apprezzare il verde dei muschi e tanti licheni. Erano presenti le prime fioriture di elleboro, di bucaneve e qualche rara pianta di dafne.

All’ingresso, sul tronco di un grosso castagno, appare come un guardiano la testa di uno gnomo con due grandi occhi che osservano chi oltrepassa il cancello sempre aperto.

Ma la cosa che più colpisce è che proprio nel bel mezzo dell’oasi, dopo una ripida salita, si trova una casetta immersa nel bosco con una bella radura davanti. Qui i volontari hanno fatto un miracolo, sistemando i tre livelli della costruzione e creando un rifugio perfetto per chi volesse vivere la natura in piena regola.

Osservando questi giganti della natura, ho immaginato una sorta di “casa di riposo” per castagni, dove gli alberi possono completare il loro ciclo vitale in serenità, restituendo alla terra ciò che un tempo hanno ricevuto. Questa simbiosi tra vita e morte, crescita e decomposizione, crea un equilibrio perfetto, un ambiente magico dove il tempo sembra sospeso.
L’esperienza vissuta in questa oasi mi ha lasciato un senso profondo di rispetto per la natura e per i suoi ritmi. Con il mio reportage fotografico, voglio trasmettere la bellezza e l’importanza della conservazione di questi luoghi, affinché possano continuare a esistere e a incantare le generazioni future.

1 Comment

  1. Fausto Bonafede

    Caro Antonio, meglio non si poteva fare. Posto bellissimo di un reportage bellissimo
    Faust

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