L’inurbamento delle specie selvatiche: le prospettive di convivenza

Di Antonio Iannibelli

Il fenomeno dell’inurbamento delle specie selvatiche è in costante espansione da diversi decenni. Le cause di questo fenomeno sono diverse e complesse, ma possono essere ricondotte principalmente a tre ambiti principali: i cambiamenti climatici, la diffusione delle specie esotiche e il rapido processo di urbanizzazione. In particolare, in Italia, osserviamo un inurbamento di specie animali che fino a pochi anni fa sarebbe stato impensabile in contesti urbani o fortemente antropizzati.

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Armonia tra città e Natura al Parco Don Bosco

Di Antonio Iannibelli

Il Parco Don Bosco è un’oasi verde in mezzo all’urbanizzazione del Quartiere S. Donato, Fiera District di Bologna, e rappresenta un santuario vitale per la fauna, in particolare per l’avifauna. Quest’area, con la sua ricca diversità di specie e l’ambiente naturale fornito da grandi alberi e da numerosi cespugli, offre un rifugio prezioso per molte creature, sia durante il periodo di nidificazione che durante l’intero ciclo vitale.

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Il cervo della Mesola

Di Antonio Iannibelli

Il Bosco della Mesola, situato nella provincia di Ferrara, è una delle riserve naturali più significative in Italia. Venne creato come riserva di caccia per i nobili ed è stato teatro di molti eventi storici ma ha svolto un ruolo importante per la conservazione del cervo italico (Cervus elaphus italicus).

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No a primavere silenziose

Di Antonio Iannibelli

La proposta di abbattere gli alberi del parco Don Bosco di Bologna denota la volontà di ignorare un principio fondamentale stabilito dalla Carta Costituzionale.
L’articolo 9 della Costituzione italiana stabilisce il principio fondamentale della tutela dell’ambiente e, dopo la modifica del 28 febbraio 2022, “Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni”, sottolinea l’importanza della natura e della biodiversità, nonché l’interesse per il benessere degli animali. Riflette la consapevolezza dell’impatto delle azioni umane sull’ecosistema e sulle future generazioni. Questa evoluzione costituzionale denota un impegno più chiaro e specifico da parte dello Stato italiano verso la salvaguardia dell’ambiente e del patrimonio naturale.
Forse agli amministratori è sfuggito questo particolare? Forse non conoscono il significato di tutela della biodiversità e degli ecosistemi?

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No al declassamento dello stato di protezione del lupo. Prima parte

Di Antonio Iannibelli
Il lupo è una specie rigorosamente protetta secondo la Convenzione di Berna del 1979; è particolarmente tutelato dalla Direttiva 92/43/CEE, concernente la conservazione degli habitat naturali, della flora e fauna selvatica, nonché dalla legge italiana 11 febbraio 1992, n. 157, che stabilisce norme per la protezione della fauna selvatica e il controllo venatorio.
Recentemente, anche la Costituzione della Repubblica Italiana, con la riforma dell’articolo 9 adottata l’8 febbraio 2022, ha ampliato la tutela ambientale, della biodiversità, degli ecosistemi e degli animali.

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No al declassamento dello stato di protezione del lupo, seconda parte. Non è colpa dei lupi se diventano confidenti

Di Antonio Iannibelli

Secondo gli studiosi e i dati del monitoraggio 2020/2021 sulla distribuzione e la consistenza del lupo a scala nazionale, si stima che in Italia ci siano circa 3.300 lupi. Tuttavia, è importante sottolineare che questo numero non è né troppo alto né troppo basso, bensì adeguato all’ambiente che li ospita.
Il numero di lupi si autoregola in base alla disponibilità di cibo e al conflitto con gli esseri umani in un determinato territorio. Non è plausibile che il numero di lupi cresca all’infinito, come a volte erroneamente si crede. Nell’Italia peninsulare, gli esemplari di lupi hanno praticamente occupato tutti i territori idonei alla loro sopravvivenza, e quindi non possono aumentare indefinitamente.

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No al declassamento dello stato di protezione lupo, terza parte. Quanti lupi muoiono in Italia?

Di Antonio Iannibelli

I lupi tendono a evitare gli esseri umani e le loro attività, conoscendo il rischio che rappresenta per loro l’incontro con gli uomini. I giovani lupi, a volte, in fase di dispersione senza un territorio stabile e mancando del supporto familiare, possono avvicinarsi alle attività umane alla ricerca di cibo. Tuttavia, non è colpa del lupo se gli allevatori abituati a smaltire le placente, le carcasse e gli scarti di macelleria nei propri terreni attirano gli animali predatori e altri selvatici. Anche durante la caccia, i cacciatori non riescono sempre a recuperare la selvaggina ferita, abbandonando a volte le carcasse o gli scarti. Questi comportamenti umani influenzano il comportamento naturale dei lupi, inducendoli a dipendere da cibo facilmente reperibile e contribuendo all’insorgenza dei cosiddetti “confidenti”.

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Pollino: il più grande Parco d’Italia

Antonio Iannibelli, fotografo naturalista lucano, attraverso le sue immagini cattura l’anima e la bellezza di questa regione, offrendo uno sguardo avvincente sulla vita quotidiana, i paesaggi e la straordinaria biodiversità del Parco Nazionale del Pollino. Presentazione il prossimo 29 novembre 2023 alle ore 17 presso l’Unione Bolognese Naturalisti in piazza di Porta San Donato a Bologna. Scarica il volantino QUI.

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Oltraggio alla biodiversità

Di Antonio Iannibelli

A poco più di un anno dall’inserimento di alcune modifiche che hanno introdotto la tutela della biodiversità tra i principi fondamentali della Carta costituzionale, un emendamento, inserito all’ultimo momento nella Legge di bilancio 2023 lo scorso dicembre, la rimette in discussione.
La modifica alla legge 157/92 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio), apportata dal partito di maggioranza della Presidenza del Consiglio, è un grave passo indietro sulla tutela della fauna selvatica e della biodiversità. È un emendamento folle che mette a repentaglio la vita della fauna selvatica e quella degli esseri umani.

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Ultimi raggi d’autunno

Era il quattordici ottobre 2021 quando i primi fiocchi di neve caddero anche nel bosco Magnano. Nel silenzio della notte i cristalli di ghiaccio formarono un leggero manto bianco anche nel mio piccolo borgo, al mattino tutto sembrava immobile tranne il fumo dei camini che si librava lentamente nel cielo. Osservando il paesaggio e gli ultimi fiocchi cadere incominciai a pensare alle vette del Pollino e hai pini loricati. Sentendo forte il richiamo di salire fin lassù pensai di organizzarmi per il giorno dopo, ma ben presto il cielo divenne sereno e qualche raggio di sole di tanto in tanto illuminava le montagne.

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